Dopo quasi 3 anni dall'ultima volta... è ufficiale, Barbarina è tornata al suo primo amore:
Che... vi suona nuova?
Può essere... ho aperto i cicciottosi cancelli di questo blog pochi mesi dopo aver sbatutto, con vemenza, orgoglio ed incoscienza, la porta di quella che poi si è rivelata l'ultima prova con il mio storico coro.
Storico sì... erano 11 anni che lo frequentavo, da quando venni reclutata direttamente a lezione di canto, che allora seguivo diligentemente.
11 anni bellissimi, sulle note della musica Gospel... l'unica che mi avrebbe potuto tenere legata a se per tutto quel tempo.
11 anni di concerti, prove, trasferte, cene di fine concerto e festeggiamenti di fine tourneé e... tanta, tanta musica.
11 anni pregni di emozioni, brividi, tentativi, successi ed insuccessi... personali ed interpersonali.
Canto da quando avevo 7 anni... anzi, canto da sempre: proprio l'altro sabato, con Stefano e mia suocera, guardavamo un filmino del mio 4° compleanno, dove, microfono alla mano e faccia tostissima, sciorinavo deliziosamente la canzone de Il Bassotto Poliziotto.... ma avevo 7 anni quando cominciai a cantare la messa.
Prima della funzione, alla quale andavo con mia la mia nonnina adorata, che era... come dire, un habituè, oltre che la capo Catechista di tutto l'ambaradam... mi ritrovavo con Padre Faustino, un dolcissimo ed anziano fratino tutto sorrisi, pomelli rossi e mani cicciotte, che, alla parrocchia del San Fracesco, aveva la funzione sia di giardiniere, che di organista.
Lui: bassotto, cicciottello, puro e con i capelli candidi...
Io: piccola, piccolissima, e con tanta voglia di far bene.
E da allora non ho più smesso di cantare, alle funzioni, alle feste, nelle situazioni di ritrovo.
Io ero sempre quella chiamata in causa per intonar qualcosa.
Poi è arrivata, ovviamente, la scuola di musica ed allora tutto ha preso un senso.
Le lezioni di canto moderno, il solfeggio, la musica d'insieme, gli approfondimenti ritmici e via dicendo... fino ad arrivare al coro, del quale io ed Isabella, la mia migliore amica, nonché, a tutt'oggi notevolissima cantante ed insegnante di canto, abbiamo fatto parte, sin dalla prima formazione.
Non ho una voce Gospel, io.
Assolutamente no.
Il Gospel, cantato da solista, presuppone un grande e potente timbro, ed io.... pur adorando la musica nera, non posseggo questo requisito.
Potrei cantare altri generi e far bene, molto bene... ma nel mio cuore, in pole position, c'è sempre stato solo questo stile.
Ed allora questi 11 anni sono stati sopratutto da corista, da jolly fra le sezioni, da colei che insegnava le parti ai nuovi e che nel solito paio di pezzi, si faceva du' lacrimette.
Certo, anche il mio timbro ha trovato spazio in qualche esecuzione, magari un brano non propriamente della tradizione gospel, magari a cappella, magari in trio o in quartetto, dove è l'ensamble vocale che deve emergere e la parola d'ordine è precisione infinitesimale.
E comunque, dopo quella furibonda lite con la direttrice artistica... SLAM... porta sbattutta e cuore gonfio di pena.
E non ho più cantato.
E per un paio d'anni non ho potuto nemmeno più sentire la mia amica che parlava della prova x, o del concerto y... sono arrivata a chiederle, col cuore in mano, di sorvolare, in mia presenza, sull'argomento.
Ma avendo quasi tutto il giro di amicizie nell'ambiente musicale, come immaginerete... il risultato è stato difficile e claudicante.
Poi ovvio, di tutto ci se ne fa una ragione.
Ed al momento che è stato chiaro che entrambe le parti in causa, per orgoglio e testardaggine non sarebbero tornate sui loro passi, ho cercato di ingoiare il boccone amaro e tenermi stretti i ricordi.
Ho ricominciato ad andare a vedere i loro concerti, mi sono imposta di sorridere ed entrare nei camerini a complimentarmi e salutare, come se nulla mi tangesse... e dopo un po' tutto ha cominciato ad essere meno doloroso.
E poi, un paio di mesi fa', sotto Natale, Isabella mi chiama in causa.
Il coro che a sua volta lei dirige, dove cantano le sue allieve migliori, è stato contattato per un concerto nel teatro della nostra città.
Dovrà cantare solo un pezzo e sarà accompagnato dall'orchestra... ma sono una quarantina di musicisti e c'è bisogno di qualche altra voce, per far fronte al volume di suoni che tireranno fuori tutti questi strumenti.
E poi la canzone è impegnativa, fuori dal genere che abitualmente eseguono e c'è bisogno di precisione, di sicurezza.
Il pezzo è l'Hallelujah di Hendel, nel magnifico e strappacapelli arrangiamento di quel geniaccio di Takashi Hoshide... un trionfo di modernità, di stile, euforia e bellezza.
Ovviamente acconsento e mi tuffo subito in questa avventura.
Ed allora prove su prove, ed allora di nuovo quell'atmosfera che tanto mi mancava e... chi se ne frega se non conosco queste coriste, chi se ne frega se hanno meno esperienza di me, chi se ne frega se il pezzo è uno solo... entro subito nello spirito, mi rimetto alla prova, mi spolvero l'orecchio e faccio amicizia con tutte.
Arriva il giorno del concerto: domenica 21 Dicembre.
Una grande emozione.
Ancora su un palco, ancora dietro le quinte, ancora quei brividi di ansia e felicità, ancora un pubblico che ti ascolta rapito e un caloroso applauso finale.
Ancora il tuo nome detto al microfono e tu che ti inchini e ringrazi... ancora una volta.
Quel cancello si è riaperto, le conche delle sensazioni bellissime che mi da la musica ed il canto, si sono di nuovo riempite e livellate, sono felice.
Sono felice perché da lunedì scorso faccio ufficialmente parte di questo coro.
Sono felice perché è la mia amica che lo dirige e mi conosce a menadito.
Sono felice perché mio marito, dopo qualche iniziale momento di titubanza, dato che poco sapeva di questa fetta del mio passato... mi ha regalato un'incoraggiante sorriso ed io, se possibile, lo amo ancora di più.
Sono felice perché, in questo periodo di grandi cambiamenti, di maturità, amore e felicità... mancava solo questo ed ora non manca più.
Il 14 marzo mi attende il primo vero concerto ed ho un repertorio intero da imparare, ma nulla mi spaventa... anzi:
Ed ora, se proprio devo dirla e farla tutta... due cose:
La prima:
Vi prego, ascoltatela dal lettore qui sotto.. e non fatevi deviare dalle prime battute classicheggianti: é un fuoco!
La seconda:
Ecco la mia nuova egocentrissima cartellina.
Ehm... ovviamente i peperoni son stati inseriti or-ora da me!